mercoledì 19 agosto 2015

In morte di Mephisto.

Mephisto è nero, ha il pelo lungo e la coda vaporosa. Nonostante abbia la faccia di quello che ci seppellisce tutti, ieri ci è toccato di seppellirlo - sotto un albero di fianco a una panchina bianca, in campagna, però che guarda verso casa e verso il mare - perchè è morto di Libertà.
Cacciatore di enormi falene e instancabile colonizzatore di colonne e pensili, Mephisto mi viene a prendere alla macchina quando torno dal lavoro o mi corre di fianco quando faccio due passi, dribblando cancelli e scavalcando colonne.
Grande scalatore, veglia dall'alto del frigo mentre mangiamo e in inverno ci scaldiamo sul divano quando mi si acciambella sui piedi, mentre tutti gli altri di casa dormono.
Mephisto ha rotto un pezzo di tettoia a furia di saltarci sul terrazzo e io la devo rinforzare - se no ci piove sulle macchine e magari mio zio si incazza, pensavo - ma mi sa che la lascio così.
Romagnolo, gli piace rotolarsi nella sabbia posata a terra dal vento nei giorni di burrasca grossa.
Gli dico "Fai attenzione, là fuori", quando vuole uscire, ma stavolta è andato storto qualcosa per cui noi - per non lasciare nulla di intentato - abbiamo presentato ricorso al Tribunale dell'Equilibrio Astrale e del Buon Pensiero, perchè ci risulta che Mephisto debba avere almeno altre quattro o cinque vite.
Stanotte son passato in salotto perchè volevo bere un bicchiere d'acqua e lui non era nel lettone assieme a mia moglie e a sua sorella - nel senso della sorella di Mephisto, non di quella di mia moglie - e ho visto nella penombra questa cosa nera su una poltrona, quindi ho allungato la mano e accarezzato; non penso che appoggerò mai più il mio zaino su una di quelle poltrone.
I bambini sono molto bravi, anche se mi sa che io non son proprio un gran esempio. In casa, abbiamo delle gran facce da daini sotto l'acquazzone e ogni tanto - quando gli altri non ti vedono - ci si appoggia a una parete per reggere il sospiro in arrivo e eventualmente, far due lacrime.
Mephisto, mi dà fastidio se ne sento parlare al passato e in casa c'è un'aria di sofferenza che ci puoi appoggiare la bicicletta.
Però in eredità m'ha lasciato - tra l'altro e per esempio - che con mio figlio grande erano mesi, che non ci si abbracciava così.

4 commenti:

  1. mi mancherà tanto, era l'unico animale che mi abbia mai accompagnato a casa di notte..
    ciao micione.

    RispondiElimina
  2. oh no, questa è gente di famiglia.
    le falene celesti saranno tutte per lui adesso, ma per voi mi spiace da matti (so cosa vuol dire, e non pretendo di essere originale).

    RispondiElimina
  3. meno male che non mi piaciono i gatti, a me.

    RispondiElimina